Vis Aurelia Under 19, Schiavone: "È un orgoglio personale"

Vis Aurelia Under 19, Schiavone: “È un orgoglio personale”

Il difensore della Vis Aurelia Under 19: “Il mister ci ha riportato con i piedi a terra. Campioni grazie a lui”

Vis Aurelia Under 19, Schiavone: "È un orgoglio personale"
Il difensore della Vis Aurelia Under 19 Christian Schivone. © MySoccerPlayer

La Vis Aurelia ha vinto il campionato Under 19 Regionale. La vittoria è arrivata con due giornate di anticipo, con i biancoblù che affrontano il final di stagione senza pensieri. Il successo è un motivo d’orgoglio, come conferma il difensore centrale Christian Schiavone, che ha parlato ai microfoni MYSP.

Cosa è significato per te vincere con questa maglia?
“È stato un orgoglio personale importante, sia per me che per il mister. Abbiamo provato a vincere per diversi anni e per un motivo o per un altro non è stato possibile. Purtroppo il Covid ha influito. Adesso abbiamo questi ultimi giorni per divertirci e festeggiare coi tifosi. Siamo tutti contenti”.

Il rapporto col mister? Si vede che c’è affiatamento.
“Il mister è una persona molto seria, concentrata sul lavoro che fa, non fa sconti a nessuno. Se salti un allenamento c’è il rischio di non essere convocati. È stato bravo anche per questo. Lo scorso anno alcuni ragazzi, compreso me, saltavano gli allenamenti e quest’anno, avendo questo mister, siamo tornati tutti con la testa sulle spalle. Abbiamo riportato il titolo a casa anche così”.

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Quando hai capito che avreste vinto?
“Non c’è stato un momento preciso. Già prima del ritiro sapevo che avremmo vinto. Siamo ragazzi forti e nessuno ce lo poteva togliere”.

Qual è stato il gol più importante per te?
“Quello che ho fatto con il Fidene, ci ha permesso di vincere il campionato rimanendo a +8 dalla seconda. Abbiamo portato il titolo a casa”.

Come hai segnato? E cosa hai provato?
“C’è stata una mischia su calcio piazzato, mi sono ritrovato la palla sul sinistro e l’ho calciata in porta. è stata una grande emozione, sono andato a festeggiare sotto i miei genitori in tribuna per tutti i sacrifici che hanno fatto. Poi, ho visto i compagni che mi travolgevano, mi veniva da piangere perché negli ultimi dieci minuti avevo le gambe in bambola e non riuscivo a giocare. La più bella emozione da quando gioco a calcio”.