Certosa Fossombrone

Eccellenza | Certosa, Paterni: “Fossombrone? È la partita della vita”

Il difensore del Certosa sul ritorno del Primo Turno degli Spareggi di Eccellenza: “Non ci sono scuse: o tutto, o niente”

Certosa Fossombrone
Il difensore del Certosa Nico Paterni. © Società Sportiva Certosa

Tutto pronto per la gara di ritorno del Primo Turno degli Spareggi Nazionali di Eccellenza tra Certosa e Fossombrone. Il primo round è andato ai marchigiani, vincitori per 1-0 con il gol di Pagliari a cinque minuti dalla fine, siglato sugli sviluppi di una rimessa laterale battuta in fretta, complice la disattenzione della difesa. I neroverdi sono chiamati quindi a ribaltare il risultato, contro un avversario capace di subire sole dodici reti in tutto il suo campionato. Una missione difficile per i ragazzi di Russo, ma possibile, come sottolineato dal difensore Nico Paterni, intervenuto ai microfoni MYSP per raccontare l’avvicinamento alla partita.

Ciao Nico. Innanzitutto una valutazione sulla partita di andata. Il campo in erba naturale e il discusso arbitraggio pensi abbiano influenzato l’andamento?
“Non sono uno che parla di queste cose. Sono attenuanti. Certo, il fatto di allenarsi e giocare sul sintetico sicuramente fa la differenza. Per quanto bello, era un campo pesante. Sull’arbitraggio, quando vai ad affrontare un pubblico di questo spessore gli arbitri vengono influenzati, e quello era scontato. Come me, Ferri e altri giocatori hanno fatto categorie più alte, e si sa che in casa l’arbitraggio è in un modo e fuori è in un altro. Parlando della partita, abbiamo sofferto l’infortunio di Ferrari, perché avevamo preparato la partita sul playmaker ed è venuto a mancare. Tante dinamiche, soprattutto per noi esterni, sarebbero partite da lui. Nei primi venti minuti abbiamo faticato tanto, perché hanno aggredito, giocato e creato. Abbiamo saputo soffrire da squadra, però, e questo non è da tutti. Nel secondo tempo la musica è cambiata, non potevano tenere ritmi così alti per tutta la partita. In più abbiamo preso le misure su una squadra che fondamentalmente non conoscevamo. È stata tutta un’altra partita, più combattuta, con poche azioni sia da una parte sia dall’altra. Purtroppo ci è mancata l’esperienza che serve in queste partite, nelle quali serve concentrazione fino al fischio finale. Sono gare fondamentali e determinanti soprattutto dal punto di vista mentale, ed essendoci un grande dispendio di energie è importante restare concentrati, perché basta un attimo per subire gol. Non è campionato, non hai il tempo per recuperare determinati errori. Quella sulla rimessa laterale è stata una distrazione che sicuramente recupereremo”.

Come vi sentite? Il clima nello spogliatoio com’è?
“Il nostro morale è alto. La maggior parte di noi è stata al telefono l’uno con l’altro fino al giorno dopo, era impossibile dormire dopo una partita così. Stavamo per portare a casa un risultato importantissimo, il pareggio sarebbe stato come una vittoria, visti il campo e come si era messa la partita. Abbiamo voglia e fame, perché ormai ci siamo, stiamo ballando e vogliamo arrivare alla fine. L’ambiente è carico, i miei compagni sono stracarichi, sono sicuro verrà fuori una grande partita. Spero anche per il risultato, ma ne sono convinto. Siamo tutti ragazzi bravi, è il primo anno che ho degli Under forti in squadra. Difficile trovare Under e cambi sempre all’altezza del campionato”.

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Stavolta giocherete sul vostro campo. Quanto fa la differenza?
“È il nostro fortino, casa nostra, dove ci alleniamo. Io sono arrivato da tre mesi, ma questo è il campo dove si sono sacrificati da inizio anno sputando sangue e sudore, dove si è creata la famiglia. Quando giochi lì è come difendere il portone di casa tua, devono chiedere il permesso per entrare. Racchiude un po’ tutti questi aspetti, è l’anima. Giocare in casa fa tanto la differenza, anche perché è un sintetico particolare, non a tappeto. Noi siamo abituati, quindi il Fossombrone potrebbe trovarsi in difficoltà come lo siamo stati noi”.

Che partita ti aspetti?
“La partita della vita. O sei dentro o sei fuori, è l’ultima. O ci salutiamo, ci stringiamo la mano e si riinizia un altro anno o si continua questo percorso giocando la Finale. È preparata e si sta preparando come la partita della vita, non ci sono scuse. Una volta che fischia l’arbitro, è guerra. È tutto racchiuso in 90 minuti, o tutto o niente”.

All’andata hai subito un infortunio. Riuscirai ad esserci?
“Sì, sarò a disposizione, ma non al 100%. Sono contento di andare almeno in panchina per essere vicino alla squadra, ma l’ho fatto anche in settimana: in allenamento ho dato una mano, sono andato a prendere i palloni. So che ogni minimo dettaglio fa la differenza. Più saremo uniti, più possibilità avremo di arrivare all’obiettivo. Anche perché se passiamo c’è la Finale, e per quella riuscirei ad essere al meglio. Sto male, non la vivo bene per me ma la vivo bene sotto l’aspetto della squadra, perché so di poter mettere la mano sul fuoco su qualsiasi persona che giocherà”.

Il mister come si è approcciato alla settimana?
“Oltre a darci la carica e farcela vivere in tranquillità, è fiducioso. È orgoglioso del percorso che abbiamo fatto, ma vedo che anche lui sa che per farcela bisogna fare quel passo in più, e questo si è visto in settimana. Il mister è sempre lo stesso, consapevole della squadra che ha, però si vede che ha capito l’importanza della partita e quindi in allenamento è cambiato tutto. Lo stesso i giocatori. C’era il fuoco, c’erano tanti contrasti, è stato diverso dal periodo di campionato. Siamo tutti concentrati solo su questo obiettivo, tanto di cappello a tutti i miei compagni che stanno dando l’anima, non posso rimproverare loro niente”.

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