Città di Formia Eccellenza Lazio

Eccellenza Lazio | Città di Formia, Carrano: “Sono disposto ad accollarmi i debiti”

Il presidente del Città di Formia a tutto tondo: l’Eccellenza Lazio, il Settore, la disponibilità a lasciare, la cordata di Paolo Leo

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Il presidente del Città di Formia Mario Carrano. © Città di Formia Calcio

Il futuro del Città di Formia è in via di definizione: la Fenice lotta per non retrocedere in Eccellenza Lazio, ma anche per la sua stessa sopravvivenza. Il Presidente Mario Carrano ha aperto alla possibilità per il comitato con a capo il formiano Paolo Leo di rilevare la società, rinnovando ulteriormente l’intenzione con un videomessaggio pubblicato sulla pagina ufficiale del club. Un lungo sfogo, rivolto alla tifoseria, all’ambiente formiano e allo stesso Leo.

Voglio solo ricordare che se oggi si parla ancora del Città di Formia è grazie al sottoscritto e soprattutto al mio socio Giovanni Amato, abbiamo fatto enormi sacrifici per portare avanti il progetto andato male. Abbiamo fatto l’iscrizione un’ora prima del fallimento, se avessimo preso il traffico il Formia sarebbe fallito. Sapevamo di prendere una squadra all’ultimo momento, in ritardo con la preparazione e tutto, che non si sarebbe potuto fare un campionato a certi livelli, anche perché i giocatori presi secondo me non erano all’altezza. Ci dovevamo salvare. Siamo andati avanti, i risultati non sono venuti. Ci siamo visti più volte con i tifosi, sempre in modo educato. La capisco, da tifoso del Napoli so cosa significa. Ho promesso loro che a novembre avrei rinforzato la squadra per cercare una salvezza più tranquilla. Credo di aver mantenuto questa parola. Ho preso 15 giocatori, un allenatore serio, un gran lavoratore, uno dei migliori della Campania. Ho portato il Direttore Sportivo Pierino Scamarcia, che i dilettanti non i fa, ma abbiamo fatto la Scuola Calcio insieme e aveva sposato questo progetto. È scappato dopo due mesi dicendo: “Gli impegni mi si accavallano troppo e poi sono troppo dispiaciuto dei sacrifici che fate con Giovanni Amato e parlano male tutti”. Detto questo, anche cambiando questi giocatori, purtroppo i risultati non sono venuti. E non pensate che per me perdere tutte le domeniche per un investimento fatto fosse piacevole, ero molto dispiaciuto. Avendo fatto 20 anni di calcio, so anche però che a volte sono annate: io non ci posso fare niente se contro l’Unipomezia l’arbitro dà 6 minuti di recupero e prendiamo gol al sesto minuto, se il Terracina con due metri di fuorigioco pareggia la partita al 93′, se ad Anagni Vannini sbaglia il rigore, abbiamo 10 palle gol e alla fine perdiamo, se qualche calciatore che ci avrebbe dovuto dare una mano si è fatto espellere e il povero mister non ha mai avuto la squadra al completo, se Sidibe, un giocatore che ha dato l’anima e il cuore, si è fatto male, se Medici, un giocatore importantissimo, non è ancora al 100%“.

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Come anticipato, i discorsi successivi sono per Paolo Leo.

Voglio rispondere a Paolo Leo, amico mio con cui sono andato a cena tutti i sabati e con cui condividevo l’entusiasmo per questo Formia. Caro Paolo, ho sentito che non sto pagando e non sto trattando bene i calciatori. Come ben sai, io sono un uomo di parola e di una parola. Io ai miei calciatori fino al 31 gennaio ho fatto fare la Serie A: ritiro, ristoranti, stipendi pagati, fino al sabato prima del derby con il Gaeta. Ho detto che da quando i tifosi mi hanno cacciato dal campo non avrei tirato fuori più un centesimo e che avrei messo il titolo in vendita. A novembre, rinforzando la squadra, mi sono anche preso 25000 euro dal Settore per avere una salvezza più tranquilla. Abbiamo preso quei soldi perché a inizio stagione ci è stato dato un programma dai Responsabili della Scuola Calcio e sarebbe dovuta entrare una cifra entro il 22 dicembre. Quei soldi non sono arrivati e io ho detto che fino all’arrivo delle rette come avevano detto loro io non li avrei più pagati. Anche perché oggi mancano quasi 20000 euro di queste rette. Si parla di Mario Carrano e Giovanni Amato che hanno saccheggiato il Settore, ma io non so i soldi delle rette che fine abbiano fatto. Una cosa ho capito: è Formia. Senza offesa a nessuno. Si arriva ad oggi. Si dice che il Città di Formia è pieno di debiti. Noi abbiamo 17000 euro di IVA da versare, è arrivata solo una cartella da 7800 euro, che lo Stato ci permette di pagare come vogliamo noi. Mi gioco quello che voglio se qualche società di Eccellenza, Serie D o Serie C ha già pagato l’IVA con degli sponsor. Però io lo capisco, non sono persone di calcio. Dopo tanti sacrifici, dopo essere stato mortificato, minacciato, dopo gli striscioni, ho messo il titolo in vendita. Posso prendermi io tutti i debiti del Formia. Sono rappresentato da un commercialista importante, ho un avvocato importante, ho mio zio Capitano della Guardia di Finanza. Siamo aperti a tutte le possibilità. La mia porta è aperta a tifosi, pseudo-imprenditori, a tutti coloro che vogliono rilevare questa società a chiacchiere. Noi vogliamo solo il piccolo acconto che abbiamo dato quando abbiamo rilevato. Se si parla di debiti mi viene da ridere, non è neanche il 5% di quello che abbiamo dato noi. A oggi abbiamo versato 270000 euro, a Formia Giovanni ed io avremmo meritato qualcosina di diverso. Accettiamo tutto, è un matrimonio andato male, non tutte le cose vengono come uno vorrebbe. Avevamo fatto un progetto a tre anni, è andato malissimo per colpa mia. Ho sbagliato tante cose, mi sono fidato di persone che da un momento all’altro sono cambiate deludendomi economicamente, moralmente, in tutto. Faccio questo appello: il Formia non ha debiti, tranne questi 17000 euro che mi posso accollare io. I calciatori non hanno ricevuto lo stipendio dal 31 gennaio. Mancano febbraio, marzo e aprile. Chi vuole entrare a fare la società e fare il Presidente sa che ogni mese si devono pagare gli stipendi ai calciatori. Un’altra cosa che a me e Giovanni ha fatto pensare molto è il comportamento del Sindaco, che si è seduto più volte con me e non ci ha dato mai una mano – fino alla scorsa settimana abbiamo versato i soldi per pagare il campo – e dell’Assessore Papa. Abbiamo fatto quattro cene, solo chiacchiere. Ormai siamo a un punto di non ritorno. Non è vero che voglio far fallire per una questione mia di principio: se si fossero comportati diversamente, avremmo lasciato tutto. Siccome si sono comportati male, è giusto che facciano lo stesso sacrificio che ho fatto io a luglio. Le porte mie e della mia azienda sono aperte, il signor Paolo Leo sa tutto, anche se mi dispiace tanto che è andato nello spogliatoio senza il mio ordine. Una cosa bruttissima, tant’è che mi hanno chiamato i calciatori, che ringrazio tanto, dicendomi: “Presidè, ma in mano a chi ci mandi?”. Io non porto nessun rancore, mi sono divertito e sono sicuro che la squadra si salverà. Sono aperto, vi aspetto. Spero che il Formia vada avanti per altri 20 anni, anche senza Carrano e Amato“.