Pesci Rappresentativa Under 15

Rappresentativa Under 15, Pesci: “Fondamentale l’avvicinamento dello studio al calcio”

Per mister Gianfranco Pesci la formazione della Rappresentativa Under 15 passa dal rendimento sui banchi di scuola. L’intervista a MYSP

Pesci Rappresentativa Under 15
L’allenatore della Rappresentativa laziale Under 15 Gianfranco Pesci.

La Rappresentativa laziale Under 15 ha nel mister Gianfranco Pesci un punto di riferimento. La sua metodologia di selezione dei ragazzi, in virtù dell’importanza della loro formazione complessiva nel delicato periodo adolescenziale, non ha come esclusivo fondamento le prestazioni sul rettangolo di gioco, ma anche quelle tra i banchi di scuola. MYSP lo ha intervistato per sapere di più su questa interessante visione del calcio giovanile e su quanto effettivamente abbia prodotto risultati nel rendimento scolastico dei ragazzi attenzionati.

Salve mister. Da cosa nasce la scelta di convocare i ragazzi per merito scolastico?
“Dal modo che ho di intendere il calcio. Secondo il mio punto di vista è fondamentale l’avvicinamento dello studio a questo sport e viceversa. Di conseguenza, dovendo convocare 20 ragazzi, chi va bene a scuola ha dei punti in più”.

Quindi si tratta di un vero e proprio parametro di valutazione.
“Sì. Si considera sia la bravura calcistica, intesa tra virgolette perché essendo alle prime armi hanno molto da imparare, sia questo. Va dato loro un insegnamento in toto. Noi dobbiamo creare dei piccoli atleti, e di conseguenza bisogna spiegare loro, ad esempio, come relazionarsi con la figura dell’arbitro o come stare in panchina. In questo senso, se un ragazzo va bene a scuola significa che ragiona bene perché si applica”.

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Quali sono i criteri attraverso i quali giudica il rendimento scolastico?
“La pagella ha dei numeri, no?”

E chiede la pagella a tutti?
“Sì, questo è un metodo che abbiamo sempre adottato, premiando sul campo le migliori. Quindi, oltre a saper giocare a calcio, devono avere in più questa qualità per rimanere nella Rappresentativa. Secondo me una persona deve avere un po’ di tutto. Lo studio poi ti aiuta in tante altre cose, anche a trovare un posto di lavoro nel futuro”.

I ragazzi da quando c’è questa regola si sono mostrati più propensi allo studio?
“Sì. Quando li convoco per fare le selezioni, spiego loro che qui non è solo calcio e quindi quando devo scegliere mi devono portare le pagelle. Così vengono da me a dirmi: “Mister, sono migliorato!”, e io: “A parole mi dite che siete migliorati, ma carta parla”. Mi rispondono: “Ma ancora non ce le hanno date le pagelle!”. Quindi c’è questo tipo di rapporto in cui non si parla solo di calcio. Per me è fondamentale, è un insegnamento”.