Lodigiani Eccellenza

L’Eccellenza che verrà | Lodigiani 1972, Melfa: “Vogliamo alzare l’asticella”

Il dg della Lodigiani 1972, neopromossa in Eccellenza: “Dobbiamo fare bene ogni domenica, vedremo poi a fine stagione”

Lodigiani Eccellenza
Il direttore generale della Lodigiani Patrizio Melfa. © Lodigiani 1972

Il campionato di Eccellenza della prossima stagione comincia a prendere forma con le squadre che si preparano per cercare di arrivare al meglio all’inizio delle competizioni. Una di queste è la Lodigiani 1972, che è riuscita a vincere la Coppa Italia Promozione contro la Romulea. La gara di Viterbo era stata sospesa a causa di un infortunio dell’arbitro, ed è stata poi ripresa a Tivoli con solo 18 minuti da giocare. La gara nel suo complesso ha visto i biancorossi battere il club del quartiere romano San Giovanni per 3-2. La coppa è stata l’obiettivo principale della stagione per la società, come conferma il Direttore Generale Patrizio Melfa, intervenuto ai microfoni MYSP.

Salve Direttore, ci racconti innanzitutto la Finale di Coppa Italia, partendo dal suo avvicinamento.
“È stato tutto un po’ surreale. Ad un certo punto della stagione abbiamo visto sfumare l’obiettivo campionato, quindi abbiamo puntato forte sulla Coppa. Abbiamo preparato il primo atto a Viterbo con convinzione. Sapevamo ci avrebbero potuto mettere in difficoltà, ma le cose di campo sono andate bene, direi come previsto. Siamo riusciti a essere pericolosi sulle ripartenze. Poi è successo quello che è successo e l’unica preoccupazione è stata quella di normalizzare l’ambiente. Ai ragazzi, così come a me, non era mai successa questa cosa. L’aria si era fatta pesante e carica di dubbi e pensieri. Proprio per normalizzare tutto abbiamo cercato di preparare una partita di dominio per andare sul 3-1. Nonostante questo, non siamo riusciti a fare la partita che volevamo, ma siamo riusciti a segnare aggrappandoci ai nostri leader. Da lì in poi ci siamo abbassati e abbiamo saputo soffrire. A un minuto dalla fine abbiamo subito il 3-2, ma il peggio era passato”.

Che cosa avete detto ai ragazzi per spingerli a mantenere la concentrazione?
“Io sono favorevole al lavoro sul campo, con poche parole. Mi piace essere breve, conciso e supportare i ragazzi nelle difficoltà. Noi in questa stagione abbiamo avuto uno spogliatoio fantastico. I giocatori ci tenevano tanto e non avevano bisogno di incoraggiamenti o atteggiamenti fa parte nostra. Noi abbiamo cercato di essere presenti e supportarli mettendo a disposizione ciò di cui avevano bisogno. Abbiamo creato un ambiente tranquillo che potesse dare loro la possibilità di portare a casa il risultato, lavorando anche sull’autostima. L’unica vera differenza è stata il riscaldamento, che è stato modificato dal mister per far sì che la squadra fosse in grado di giocare subito questi 18 minuti. Bisognava entrare in gioco in modo diverso, non avevamo tempo. Questa è stata la differenza”.

Cosa significa per voi aver raggiunto l’Eccellenza?
“È stato un po’ un anno zero. Il Presidente ha la volontà di proseguire questo percorso e di fare la scalata. I risultati bisogna farli sul campo, a parole sono tutti capaci. Volevamo creare un gruppo coeso, che fosse legato ai nostri colori e alla maglia. Abbiamo riportato a casa tanti giocatori che hanno fatto le giovanili da noi e che hanno fatto poi esperienze importanti, anche in altre categorie. Siamo arrivati a dicembre e abbiamo riflettuto sul fatto che la Coppa sarebbe potuta diventare un risultato concreto. Così abbiamo preso giocatori nuovi e di esperienza che nella partita secca avrebbero potuto creare difficoltà agli avversari. Le cose sono andate bene e il risultato sul campo ci ha dato ragione. Andare in Eccellenza significa lavorare di più, l’obiettivo è quello di alzare l’asticella portando sempre avanti sia i valori tattici, sia quelli al di fuori dal campo. Poi vogliamo mantenerla, abbinandola al nome che portiamo”.

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Come inquadra la stagione nel suo complesso?
“È stata condita da alti e bassi, questa è la mia fotografia. Siamo partiti senza darci un obiettivo in classifica, ma solo convinti di lavorare sui giocatori per esprimere un gioco propositivo. L’annata poi è stata complicata e il Girone impegnativo. Quando abbiamo cominciato a capire che c’erano squadre che andavano molto forte. abbiamo deciso di puntare sulla Coppa, e preparare al meglio le partite del mercoledì ci ha penalizzato tanto. È stato faticoso tenere i ragazzi concentrati. Quando la domenica non arrivava un risultato positivo c’era dispiacere, ma sapevamo che, magari, la motivazione era aver caricato di più o aver dato spazio a giocatori per il mercoledì. L’annata è stata ricca di emozioni, per fortuna gli alti sono concisi con la Coppa, che significa l’accesso in Eccellenza”.

Cosa dobbiamo aspettarci adesso dalla Lodigiani?
“L’obiettivo di fondo è sempre quella di dare opportunità ai giocatori, migliorare quelli che abbiamo e continuare a condividere i nostri valori. Vogliamo continuare con questo piglio. I proclami, però, servono a poco. Dobbiamo fare bene ogni domenica e cercare di portare a casa i tre punti ad ogni partita. Vedremo poi a fine stagione. In Eccellenza sale la prima, approcciare al campionato dicendo che lo si vincerà mi sembra azzardato. Ci contraddistingue un profilo basso e vogliamo continuare a mantenerlo. Spero che il prossimo anno faremo un’intervista come squadra outsider che ha vinto”.

Presto quindi per parlare del ritorno della terza squadra di Roma?
“Noi da un punto di vista identitario ci ispiriamo a quella che è stata la terza squadra di Roma, ma per adesso dobbiamo stare con i piedi per terra. Bisogna lavorare e vedere che tipo di giocatori riusciamo a prendere. Poi vedremo come sarà il clima nello spogliatoio e andremo a capire se si potrà fare qualcosa di importante. Adesso è sicuramente presto per dirlo”.

Entrerete nel campionato di Eccellenza, un circuito ripreso dalle telecamere MYSP e quindi molto valorizzato in termini di visibilità. Contenti di questo?
“È una grandissima opportunità, un’operazione molto intelligente, che dà una possibilità enorme a tutto il movimento. Non dobbiamo sprecarla. Ci dà tanti elementi, perché ci permette di lavorare sull’avversario e su noi stessi. Io credo molto di più nel lavoro nostro che su quello fatto sugli altri. Deve essere anche una motivazione enorme per i ragazzi, è un’ opportunità importante soprattutto per loro”.