Alba Roma Mancini

Alba Roma, Mancini: “Non è vero che un portiere deve essere matto”

Il preparatore dei portieri dell’Alba Roma racconta il loro percorso dalla Scuola Calcio all’Agonistica: “Fondamentale è il carattere”

Alba Roma Mancini
Il preparatore dei portieri Gabriele Mancini. © Alba Roma 1907

Gabriele Mancini, preparatore dei portieri dell’Alba Roma, si è espresso ai microfoni societari, spiegando nel dettaglio come funziona la crescita di un estremo difensore dalla Scuola Calcio all’Agonistica.

Di seguito l’intervista rilasciata ai microfoni societari.

Come si riconosce un portiere? Una volta individuato da piccolissimo, cosa bisogna fare per costruire il difensore dei pali dell’Alba Roma del futuro? 
Una grande attitudine del portiere è il carattere. Non è vero quello che si dice, non deve essere ‘matto’, ma deve avere un fortissimo equilibrio mentale. In questo ruolo perdere la testa significa per la squadra giocare con una figura fondamentale in meno. I bambini sono difficili da interpretare, ma quando se ne vede uno che non ha paura di buttarsi e del pallone, possiamo avere davanti un portiere. Poi la crescita dipende da lui e dalla sua attitudine: se viene messo tra i pali e sente suo quell’ambiente lì, se sa difendere quello spazio e lo fa proprio, allora il suo ruolo sarà quello. Bisogna partire dal presupposto che se un bambino inizia già da piccolo, a 7-8 anni, bisogna intendere il calcio innanzitutto come una passione e un gioco. Devono essere stimolati mentalmente. Se riusciamo ad avere la loro attenzione negli esercizi, sono delle spugne, assorbono e portano tutto in partita. Piano piano vengono proposte loro delle esercitazioni sotto forma di giochi, che però portano alla preparazione di gesti tecnici importanti, fondamentali per le Under.

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Più avanti si imparano i gesti basilari del portiere: prese, uscite, ecc. Poi, verso l’Under 12-13, si sviluppano i situazionali, cioè quello che potrebbe succedere in partita. Quanto all’Agonistica, Under 14 e 15 vengono allenate calciando più forte rispetto ai loro coetanei, così da prepararli maggiormente alla gara rispetto a un allenamento più statico e tecnico. Con le Under 16-17-19 è un po’ diverso: intensità e ritmi più alti, la direzione è quella di un allenamento da Prima Squadra. I portieri delle prime due categorie si allenano insieme, così come quelli delle ultime tre. L’idea è quella di stimolarli a un esercizio sempre più difficile, così da non far soffrire la sfida contro una squadra di alta classifica o una partita giocata da sotto età. Li facciamo lavorare in proiezione alla categoria che andranno a fare l’anno dopo”.

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