Vigor Perconti Falcone

Falcone in Nazionale, Bellinati: “Non mi sorprende. È solo un punto di partenza”

Il tecnico che ha allenato Falcone alla Vigor Perconti: “Un ragazzo splendido, che abbina caratteri emotivi e tecnici di primissimo livello”

Vigor Perconti Falcone
L’allenatore della Prima Squadra della Vigor Perconti Francesco Bellinati. © Polisportiva Vigor Perconti

Wladimiro Falcone è stato convocato in Nazionale per le gare di qualificazione ai prossimi Europei contro Inghilterra e Malta, in programma il 23 e il 26 marzo. Un grandissimo risultato per il portiere del Lecce, in prestito dalla Sampdoria, che in questa stagione con i giallorossi si è saputo mettere in luce fino ad attirare le attenzioni del commissario tecnico Roberto Mancini. Falcone è cresciuto nelle giovanili blucerchiate, ma prima dell’approdo a Genova nel 2009 ha difeso i pali della Vigor Perconti. Con la società dilettantistica romana ha attirato le attenzioni di squadre importanti, come ha ammesso il suo allenatore ai tempi della formazione rossoblù, Francesco Bellinati. Il tecnico ha parlato del portiere ai microfoni di MYSP, ricordando il periodo insieme e il trofeo vinto nella categoria Giovanissimi Élite.

Mister, cosa ha pensato quando ha letto della convocazione in Nazionale di Wladimiro Falcone?
“Lo scopro solo ora. Non sono molto social, non guardo molto il calcio professionistico. Il fatto che sia stato convocato da Roberto Mancini non mi stupisce, perché è il frutto di una stagione che l’ha visto finora protagonista. Falcone ha fatto stagioni importanti in Serie B e poi quando è stato chiamato in causa l’anno scorso con i blucerchiati si è fatto sempre trovare pronto. Credo che sia il giusto percorso per un ragazzo che ha messo in mostra grandi doti che fin da quando era quattordicenne e stava qui da noi. Quindi non mi sorprende la cosa, è il punto di partenza di un calciatore che ha talento e che prometteva fin da piccolo”.

Vedendolo giocare ha mai pensato che potesse arrivare in Serie A e avere la carriera che poi nei fatti sta avendo?
L’ho pensato. Non dico dal primo allenamento in ritiro, ma dal secondo o dal terzo. Falcone già all’epoca era un portiere di altissimo profilo, alla Vigor Perconti ha dato tanto. Con lui in porta abbiamo vinto il nostro primo titolo regionale e fu un protagonista assoluto di quell’annata, anche nel torneo Nike che facemmo con lui tra i pali, quando eliminammo sia Inter sia Siena. Siamo stati l’unica squadra dilettante ad arrivare in semifinale, eliminati poi dal Torino. E già lì tante squadre avevano messo gli occhi su di lui, compresi i nerazzurri. Scelse però in maniera intelligente la Sampdoria, perché aveva capito che lì avrebbe avuto più possibilità di emergere”.

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Cosa può dirci di lui dal punto di vista umano?
“Parliamo di un ragazzo spettacolare. Serio, sereno che ha sempre vissuto il calcio nella maniera giusta. Un calciatore che in ogni allenamento dava tutto e che chiaramente cresceva esponenzialmente perché aveva voglia di lavorare e di arrivare. A livello umano non mi ha mai dato un problema, anche quando è andato in panchina, perché avevamo un altro portiere in rosa molto bravo e lui gli è sempre stato vicino. Un ragazzo splendido, che abbina caratteri emotivi e tecnici di primissimo livello. Quando sei forte emotivamente e tecnicamente, è chiaro che non puoi non fare un percorso di questo tipo”.

Come si allena un talento del genere? Quali sono i meriti suoi e della Vigor Perconti nella crescita del ragazzo?
“Lo allenavano i preparatori dei portieri, non mi considero così influente. Da parte mia sarebbe molto presuntuoso. Come Vigor Perconti lo abbiamo aiutato nella sua maturazione a livello caratteriale e umano. È chiaro che il mio rapporto con lui è stato quello tra un mister che all’epoca aveva 34-35 anni e un ragazzo di 15. C’era grande stima e grande rispetto, con lui ho sempre parlato in maniera diretta perché era un ragazzo davvero molto intelligente. La Vigor l’ha fatto maturare perché giocare con noi, rapportando il tutto alla dimensione del calcio dilettantistico, gli ha fatto assumere delle responsabilità, essendo la nostra una società importante. Credo di avergli trasmesso tranquillità, non l’ho mai messo in discussione nemmeno quando commetteva errori. Per quello che potevo, l’ho sempre spronato a crescere perché quello che faceva sarebbe potuto non bastare. Ma i grandi meriti sono del suo preparatore e poi i suoi: esistono delle motivazioni interne che soltanto lui poteva sviluppare e migliorare. Alla fine sono l’artefice minore di questa storia”.

Se potesse inviare un messaggio a Falcone, che cosa gli direbbe?
“Che lo aspetto alla Vigor, perché l’estate torna a Roma e si allena per conto suo. Poi gli direi che questo deve essere semplicemente un punto di partenza, perché secondo me ha le qualità per fare ancora meglio e diventare uno dei migliori portieri in Italia. Il consiglio è quello di vivere questa esperienza come ha sempre fatto nella sua carriera, a partire dalla Vigor Perconti fino ad arrivare alla soglia della Nazionale. È giovane, ha qualità, è un ragazzo serio, può migliorare ancora e diventare un portiere di altissimo profilo. Ma lui è estremamente intelligente, quindi già lo sa. Ha sempre parlato di noi, della Vigor. È uno che ricorda le sue origini e quando hai questo dentro, vuol dire che sei un giocatore di livello. Poi ovviamente per noi è sintomo di orgoglio, significa che comunque è legato alla nostra società”.