L’ormai ex tecnico del Valmontone 1921: “Eccellenza? Se mi dicono che non ci sono più le condizioni è giusto fare un passo indietro e andare via”
Una mazzata. Così l’ormai ex allenatore del Valmontone 1921, Cristiano Di Loreto, ha definito gli ultimi avvenimenti in casa giallorossa. Dall’aver centrato la promozione diretta alla concreta possibilità di non disputare la prossima stagione di Eccellenza. E pensare che fino a poco tempo prima l’ambizione era quella di centrare un nuovo successo sportivo e magari arrivare in Serie D. Il tecnico è intervenuto ai microfoni MYSP e ha parlato della decisione del patron e del presidente del Valmontone 1921 di fare un passo indietro, visti i problemi incontrati con l’attuale amministrazione comunale. I giallorossi, infatti, non hanno ancora un campo idoneo sul quale poter giocare eventualmente nella prossima stagione di Eccellenza.
Salve mister, ci spiega cosa è successo? Nel giro di 24 ore sono cambiate completamente le prospettive per il Valmontone.
“Quando c’è la politica di mezzo, nello sport, succedono queste cose purtroppo. Però io voglio stare lontano da questo tipo di discorso, perché faccio l’allenatore e la politica è una cosa che non c’entra niente. Perciò mi limito soltanto a dire che se il patron e il presidente hanno fatto un passo indietro, io e il direttore sportivo giustamente dobbiamo fare altrettanto. Anche perché non ci sono più le condizioni per continuare un programma che era partito l’anno scorso, tutto qui”.
E per lei, quindi, c’è il serio rischio di rimanere senza squadra dal prossimo 30 giugno. Giusto?
“Mi sono sentito questa mattina con il patron, che correttamente mi ha comunicato di decidere per quanto riguarda la mia sorte. Mi ritiene libero di prendere qualsiasi decisione, perché ormai credo che le istituzioni lì a Valmontone non hanno voglia di collaborare. Però ripeto, questo non è un discorso che mi compete. Perciò io non sto né da una parte né dall’altra, non è un discorso che m’interessa. Ringraziando Dio devo guardare solo al lato sportivo e se mi dicono che non ci sono più le condizioni è giusto fare un passo indietro e andare via per forza di cose. Il dispiacere però è incredibile, perché sono stato benissimo, ho lavorato tranquillamente. Siamo riusciti a fare quello che abbiamo fatto grazie alle condizioni che c’erano. Adesso, dato che vengono a mancare proprio queste condizioni, è tutto inutile. Peccato, c’erano i presupposti per fare bene anche quest’anno. Era un progetto su due anni, vincere due campionati di fila. Ormai il giocattolo si è rotto da quello che mi è stato comunicato, è inutile continuare”.
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E adesso quale sarà il suo futuro da allenatore?
“Sinceramente non mi metterò alla ricerca di un’altra squadra perché giustamente sono gli altri che devono cercare (ride N.d.R.). Io sono sul mercato, farò una chiacchierata con chi mi chiamerà, ci mancherebbe altro. Faccio questo mestiere perché mi piace, sono a disposizione di tutto e di tutti. Come ho sempre ripetuto, anche negli anni precedenti, se ci sono le condizioni per poter divertirsi io sono in ascolto”.
Se dovesse esserci un passo avanti dell’amministrazione comunale per tornare a riaprire un certo tipo di discorso, sarebbe disposto a fare lei un passo indietro, insieme al direttore sportivo, il presidente e il patron?
“Penso di sì. Anche perché questa era la volontà di tutti però io sinceramente per come ho sentito sia il presidente che il patron, non vedo un futuro roseo per il Valmontone 1921. Come dicono loro, sono due anni che cercano delle risposte, un po’ di collaborazione per eventuali infrastrutture, e non è mai arrivata. Evidentemente non c’è voglia di stare insieme, non c’è voglia di dare una mano, di far crescere questa società sotto l’aspetto sportivo. In caso contrario mi sarebbe stato detto di avere ancora un po’ di pazienza. Invece mi è stata data la notizia opposta, evidentemente non ci sono più le basi. Però certo sarei contento di continuare a collaborare con loro e non solo sotto l’aspetto del risultato. Perché ho trovato dei professionisti e ho lavorato in maniera serena. Ho fatto calcio anche se mi trovavo in Promozione”.
È un peccato, perché si tratta della seconda promozione di fila e non potrà giocarsi l’Eccellenza con la squadra che ha portato fin lì.
“Forse il dio del calcio mi punisce, forse non devo vincere i campionati (ride N.d.R.). Vinco e poi non merito di salire di categoria. Resto basito anch’io perché questo, sinceramente è stato un fulmine a ciel sereno, non me lo sarei mai aspettato. Anzi eravamo già con la testa all’Eccellenza e preparare tutto in vista della prossima stagione e poi è arrivata questa mazzata, perché deve essere successo qualche cosa e ancora non riesco a rendermene conto”.