Eccellenza Pescatori Ostia

L’Eccellenza che verrà | Pescatori Ostia, Albano: “La riconferma? Un grande successo personale”

L’allenatore della Pescatori Ostia: “Per l’Eccellenza cercheremo di mantenere l’ossatura della squadra, ma ho fatto una richiesta”

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L’allenatore della Pescatori Ostia Paolo Albano. © A.S.D. Pescatori Ostia

La Pescatori Ostia scalda i motori in vista della prossima stagione in Eccellenza. I gialloverdi tornano a giocare il massimo campionato di calcio regionale dopo 12 anni di assenza e per non sbagliare hanno deciso di affidarsi ancora una volta all’uomo che ha saputo guidare la prima squadra alla vittoria del Girone C di Promozione, mister Paolo Albano. Il tecnico è stato confermato in panchina e ai microfoni MYSP ha parlato della fiducia che ha riposto in lui la dirigenza, degli obiettivi futuri, ma non solo: tra le sue parole ci sono anche il calciomercato e lo Stadio Borghetto.

Salve mister, che cosa significa per lei la riconferma sulla panchina della Pescatori Ostia?
“Viste tutte le panchine che stanno saltando, anche di società blasonate, che hanno comunque vinto, o quantomeno fatto ottimi campionati, è già una cosa positiva e un grosso successo personale. Perché non è nulla di scontato: la società, come decide sui calciatori, fa lo stesso anche sui tecnici. Al vaglio ci passiamo tutti, e se ci ha confermati vuol dire che si è fatto bene e questa è una grande soddisfazione”.

Invece per lei cosa rappresenta la Pescatori Ostia?
“Nell’ultima stagione si è fatto un qualcosa d’importante. Erano tanti anni che non si arrivava in Eccellenza e anche questo non era scontato. Se guardiamo lo storico, negli ultimi anni il club era collocato sempre nella zona Playout, con due retrocessioni e i successivi ripescaggi. Io sono subentrato a mister Lodi nel girone di ritorno, due stagioni fa. La squadra era penultima in classifica con 19 punti e siamo riusciti a salvarci a tre giornate dal termine del campionato. Quest’anno invece ho potuto lavorare con i ragazzi fin dal ritiro estivo, dall’8 agosto, e questa è stata una fortuna. Anche se dal 15 luglio c’era la possibilità, facoltativa, di allenarsi, e quasi tutti i ragazzi sono venuti a scaldare i motori. Abbiamo avuto così la possibilità di canalizzare delle energie. Poi quando i campionati si vincono è così, c’è una sorta di spinta magnetica che ti porta avanti con delle motivazioni importanti. Quindi per me la Pescatori Ostia rappresenta quello che prova qualsiasi allenatore quando vince e si porta dietro i momenti belli e brutti di una stagione, ma soprattutto quelli importanti che legano a livello umano, ed è bello”.

Adesso però c’è alle porte il campionato di Eccellenza. Ha già fissato degli obiettivi? Cosa si aspetta per la prossima stagione?
“Lo scorso anno non eravamo tra i favoriti, visto quello che era il nostro storico. Perché c’erano squadre più blasonate, organizzate e con dei budget sicuramente superiori. Io però ho una regola: non mi focalizzo su programmi a lunga gittata, è quello settimanale a portarti alla partita. Quindi se lavori bene, ti concentri sulla partita e poi fai la somma di tutte le gare e vedi dove sei arrivato. A metà stagione fai un punto, capendo di conseguenza se devi salvarti o se invece sei in lotta per altri tipi di posizioni. Guardiamo partita dopo partita e poi vedremo se gli altri sono più o meno bravi di noi”.

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Impossibile non chiederle del mercato.
“Sinceramente parlando, noi cercheremo di mantenere l’ossatura che lo scorso anno ha fatto bene. Io ho chiesto alla società di operare in virtù del fatto che è molto importante avere dei giovani di gamba, perché, con le regole che ci sono, in campo dovrà esserci obbligatoriamente un 2005. Quindi la nostra attenzione va su Under promettenti che possano sfruttare con l’Eccellenza la possibilità di emergere nel calcio dilettantistico a buoni livelli. La prospettiva è di avere una squadra che con questi elementi possa avere 90’ di pressione sulle gambe”.

Sappiamo che vorreste giocare la prossima stagione al Borghetto, nel vostro impianto sportivo, ma non è detto che sia possibile. Cosa rappresenta per lei questo stadio?
“Generalmente oggi, con tutti gli altri impianti di ultima generazione, sembra riduttivo scendere in campo al Borghetto, perché può creare delle difficoltà sul tempo, sul palleggio. Ma quando si entra lì c’è come una sorta di magnetismo che ti coinvolge, e tutto passa così in secondo piano. Ti innamori proprio dell’ambiente. Vorresti giocare su campi migliori, ma in realtà il Borghetto paradossalmente non lo vuoi lasciare. Noi inizieremo la preparazione il 24 luglio e la faremo tutta al campo del San Francesco, la vecchia sede della W3. Contemporaneamente a questa data, la Presidenza farà in modo tale da valutare se utilizzare i mezzi per poter avere una manutenzione ordinaria sul Borghetto per delle migliorie, se ci trasferiremo o se continueremo lì al San Francesco”.

Quindi il San Francesco è il vostro piano B rispetto al Borghetto?
“Sì, è esattamente così. Noi, se sarà possibile, non lasceremo il Borghetto. In caso contrario il nostro Piano B è il San Francesco”.

Siete entrati a far parte di una categoria molto seguita, con le partite visibili in chiaro grazie alla presenza delle telecamere MYSP. Vi entusiasma?
“Ritengo che per un allenatore sia una componente importante in un calcio come quello dell’Eccellenza dove c’è una variabile tattica anche nel corso della gara, con delle squadre organizzate in tal senso. È diverso rispetto a un campionato di promozione, dove c’è più staticità. Si inizia con un modulo e con dei dettami e la partita finisce in quel contesto lì. Avere conoscenza delle altre squadre, quindi, è diventato importantissimo per preparare le gare”.