Il responsabile della Metodologia dell’Ascoli: “Questo col Vis Aurelia è il primo appuntamento. Abbiamo intenzione di sostenere il talento”
Tra pochi giorni comincia il Summer Camp organizzato dal Vis Aurelia insieme a Ascoli, Distretti Ecologici e MYSP. Nei primi giorni di luglio, al centro sportivo di Via Gioacchino Ventura 54, si terrà l’evento che vedrà il club professionistico marchigiano mettere a disposizione grande esperienza a servizio dei giovani talenti del panorama romano. A seguire la metodologia dell’allenamento sarà Marco Regina, responsabile della Metodologia del Settore Giovanile dell’Ascoli e di Distretti Ecologici, che ha sottolineato l’importanza dell’evento ai microfoni di MYSP.
Come è stato organizzato il Summer Camp?
“Questo Summer Camp nasce dalla stretta relazione che c’è stata tra Distretti Ecologici e l’Ascoli Calcio, nello sviluppo del settore giovanile e nella costruzione del giovane calciatore. L’inserimento della mia figura come Responsabile della Metodologia è stato il primo passo di Distretti Ecologici nel portare una visione proiettata al futuro all’interno dell’Ascoli, questo Camp è il primo appuntamento formativo verso l’esterno promosso da Ascoli e Distretti Ecologici dedicato ai ragazzi, dopo i numerosi incontri dedicati agli addetti ai lavori ed i tornei giovanili promossi durante la stagione”.
Con quali obiettivi?
“Gli obiettivi sono molteplici, il primo fra tutti è raggiungere più ragazzi possibile e dargli le informazioni calcistiche e attitudinali che possano essere utili alla loro crescita, perché siamo convinti che la condivisione della competenza sia alla base della crescita di tutto il sistema calcio. Un secondo obiettivo è sicuramente quello di condividere un percorso con le società dilettantistiche partner di Distretti Ecologici e dell’iniziativa. Poi, con loro vogliamo andare a scoprire e sostenere il talento, in Italia ne siamo ricchi, ma non sempre siamo bravi a scovarlo o dargli il giusto percorso”.
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Quanto è importante questa sinergia tra società?
“Moltissimo. In Italia abbiamo un grande patrimonio, il calcio ha radici profondissime e per questo, nonostante le difficoltà degli ultimi anni del sistema sportivo, siamo riusciti a far nascere ancora molti talenti che ereditano una cultura calcistica di oltre 100 anni. Questo patrimonio però rischiamo di perderlo se non si torna ad investire sui giovani e sulla preparazione delle figure professionali che devono crescerli. Certo non sarà un Camp estivo a risolvere il problema più grande, però la sinergia tra professionismo e dilettantismo e ripeto, la condivisione della competenza a tutti i livelli, sono dei passi fondamentali in questo percorso”.
L’Ascoli come società in che modo sarà presente?
“L’Ascoli sarà presente con il suo brand storico e con più figure tecniche che sul campo seguiranno i ragazzi e coadiuveranno gli staff del territorio. Io per primo sarò presente e mi occuperò di tutta la didattica del Camp, in ogni dettaglio”.
Quanto è importante per un club professionistico come l’Ascoli avere l’opportunità di creare una rete di contatti con le società dilettantistiche?
“Queste opportunità diventano sempre più preziose. In un contesto come quello odierno dove tutti possono mettersi in mostra e dove tante società professionistiche vogliono crescere a livello giovanile. Avere dei rapporti veramente stretti e avere percorsi condivisi con realtà storiche sul territorio diventa inestimabile, questo ti permette di far crescere i ragazzi con i loro tempi, poterli aspettare e avere la tranquillità di sapere che verranno formati con gli stessi concetti metodologici che il club vuole veicolare”.
Al di là degli obiettivi, quali sono le vostre aspettative da questo camp?
“Più che una aspettative io ho una speranza, quella di concludere il Camp lasciando a tutti i ragazzi un bel ricordo ed un importante bagaglio di esperienza calcistica ed umana, dopo una settimana in cui si sono divertiti, perché senza divertimento è difficile che ci sia anche apprendimento. Sono comunque fiducioso che anche da questi camp si possa lasciare una traccia e si possa costruire magari qualcosa di importante per il futuro, per le società dilettantistiche ed i loro staff, per i ragazzi soprattutto e, perché no, magari anche per l’Ascoli Calcio, chissà che il nuovo Dionisi non ci aspetti in campo a Roma”.
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