Tor di Quinto

Tor di Quinto, Bruno racconta il progetto: “Sarà rinascita totale”

Il nuovo dg del Tor di Quinto: “I cambiamenti della proprietà della Nuova Tor Tre Teste non erano più in linea con il mio pensiero”

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Il nuovo dg del Tor di Quinto Alessandro Bruno ha parlato ai microfoni MYSP. © USD Tor di Quinto Calcio / MySoccerPlayer

Incredibile ma vero, Alessandro Bruno lascia la Nuova Tor Tre Teste per approdare al Tor di Quinto. Il Direttore Generale ha salutato via Candiani insieme all’ormai ex reparto Scouting rossoblù per una missione: tornare a far splendere il club del Patron Massimo Testa. MYSP ha intervistato Bruno per sapere di più sui motivi dell’addio e su progetti e obiettivi di questa sua nuova avventura.

Salve Direttore, il suo passaggio al Tor di Quinto ha scosso il mondo del calcio dilettantistico laziale. A cosa è dovuta questa decisione?
“Il Tor di Quinto mi ha cercato, esponendomi il progetto per i prossimi 3-5 anni. È qualcosa di ambizioso, concreto, di altissimo livello, come merita questa società. Stiamo parlando sempre del club più titolato in assoluto. Mi è stata data garanzia di poter lavorare in piena autonomia e di portare persone che avrei ritenuto giuste per un progetto così ambizioso. Ovviamente ho parlato anche con la Nuova Tor Tre Teste, ma ho preferito prendere un’altra strada e nella giornata di ieri ho rassegnato le dimissioni”.

È evidente però che, se si decide di lasciare una società importante come la Nuova Tor Tre Teste, un motivo ci deve essere.
“Il cambiamento non c’è stato per un malcontento personale. Sono stato lì 6 anni e ho cercato di portare quello che sapevo fare e le persone necessarie per fare il bene del club per cui ho lavorato. Ho dato alla società e la società ha dato a me, in questi anni difficili siamo andati avanti lo stesso, portando avanti un progetto che veniva da lontano. Con il cambio di gestione la nuova proprietà ha scelto di mantenere le stesse figure, che hanno portato avanti il modo di fare calcio creato dalla famiglia Di Bisceglia. Poi hanno voluto apportare dei cambiamenti strutturali e nelle persone, questi però non erano più in linea con il mio pensiero. Quando si è proposta una situazione dove si può fare calcio come ho sempre fatto, ho deciso di accettare. Con me anche il gruppo Scouting, che è stato cuore e anima della Nuova Tor Tre Teste, perché le società sono fatte di persone. Se sono stati fatti questi risultati è perché dietro ci sono persone che lavorano e si impegnano da professionisti per portare ragazzi funzionali oggi e giocatori di prospettiva domani. Quello che faremo è creare un modello di calcio che ci porti a migliorare in primis i ragazzi da un punto di vista tecnico, ma anche tattico, mentale e fisico, perché oggi nel calcio dilettantistico è quello che si vuole. La mentalità è questa e la porteremo lì con tanto entusiasmo”.

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Come si abbina la piena autonomia ricevuta con una società dalla mentalità e dalle idee così ben definite? Un esempio è l’utilizzo della difesa a tre. C’è la disponibilità ad aprirsi al cambiamento su alcuni punti?
“Il lavoro fatto dalla famiglia Testa è sotto gli occhi di tutti. Ho trovato un Presidente aperto ai nuovi argomenti, che mi ha dato la possibilità di avere carta bianca sotto ogni punto di vista, compreso il discorso moduli. Senza snaturare il nome del Tor di Quinto, sicuramente porteremo cose nuove, che andranno a migliorare ed elevare lo spessore della società. Vogliamo farla risorgere e portarla dove merita di stare. Per farlo serve innanzitutto ricostruire. È una club in ristrutturazione, ha cominciato dal centro sportivo, per il quale arriveranno altre migliorie, e ora il cambiamento è arrivato a livello dirigenziale. Poi ci sarà sul campo, sotto l’aspetto tecnico”.

Quali sono i primi obiettivi da porsi per la stagione che verrà?
“Innanzitutto dobbiamo fare una prima valutazione sui ragazzi che attualmente fanno parte del Tor di Quinto. Lì capiremo cosa può servire per portare le squadre nella miglior posizione possibile. La Juniores è una categoria importante per la società, ogni anno fa benissimo e continuerà a fare sempre meglio. Con le Under 15 e 17 abbiamo intenzione di fare due squadre importantissime per arrivare almeno ai Playoff, mentre nelle altre dobbiamo essere bravi a costruire per riconquistare l’Élite. Chi verrà al Tor di Quinto avrà delle opportunità: saremo molto più propensi in uscita, perché il mercato è importante. Dobbiamo prendere profili appetibili per chi li viene a vedere. Ci sarà tanto da lavorare, dobbiamo portare quella mentalità calcistica che ci ha portato a fare determinati risultati”.

Cosa cambierà nella metodologia di lavoro?
“Il progetto tecnico sarà diverso e prenderà un po’ tutto. Andremo in ritiro, faremo più allenamenti, lavoreremo in campo e in palestra. Soprattutto dalla prossima stagione il Tor di Quinto farà la Scuola Calcio in maniera importante, con una metodologia dedicata e tecnici di primissimo ordine. Il progetto servirà a far crescere giocatori fino al salto in Agonistica, dove ci saranno lavori personalizzati, anche individuali, e gruppi selezionati. È un aspetto fondamentale, volto a creare un indotto per le Under. Da giugno le preiscrizioni”.

C’è già modo di intervenire su qualcosa da qui alla fine di quest’annata calcistica?
“Ora ci insedieremo, conosceremo tutte le persone e valuteremo tutto. Il mercato è chiuso, non possiamo intervenire su molto. Pianificheremo la prossima stagione, una stagione di rinascita totale. Per quest’anno possiamo portare avanti il discorso nel miglior modo possibile. È un periodo di valutazione, poi inizieremo a inserire per risolvere una mancanza o portare un valore aggiunto, così da cominciare a rendere sin da subito questa una società importante nel panorama calcistico laziale”.

Da non trascurare anche il discorso Prima Squadra, in questo momento in Prima Categoria.
“È un progetto che c’è e che portiamo avanti. Naturalmente va migliorato. Sarà utile per la valorizzazione degli Under, potremo portarli a giocare su. Questo succederà in tutte le categorie, con ragazzi che andranno sotto età. Al momento dobbiamo sistemare tante altre cose, però sicuramente è un valore aggiunto per una società, perché dà la possibilità ai giovani di cominciare a giocare nel mondo dei grandi. È sul tavolo di lavoro, ne parleremo più avanti”.