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Eccellenza | Colleferro, Scaricamazza: “Ricorso? Decisione assurda. Perché aspettare un mese?”

Il tecnico del Colleferro duro sul verdetto del Giudice Sportivo riguardante la gara della 26ª del Girone B tra Certosa e il Città di Anagni

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L’allenatore del Colleferro Stefano Scaricamazza. © Leonardo Pera

La decisione del Giudice Sportivo circa la gara tra Certosa e Città di Anagni, valevole per la 26esima giornata del Girone B di Eccellenza Distretti Ecologici, ha influenzato inevitabilmente anche il cammino del Colleferro. L’omologazione del risultato di 1-0 della gara dei neroverdi ha portato questi ultimi a otto punti dalla squadra di Scaricamazza, il cui cammino nella corsa Playoff, a quattro giornate dalla fine della Regular Season, si complica non poco. Ai microfoni di MYSP proprio Stefano Scaricamazza, che ha raccontato le sue impressioni a seguito dell’ufficialità del discusso comunicato.

Salve mister, quali sono i suoi pensieri sulla decisione del Giudice Sportivo?
“I miei pensieri erano già molto negativi. Non per la decisione vera e propria, ma per l’iter, secondo me sbagliato. Dalla presentazione del ricorso al responso è passato un mese e, per decidere una cosa del genere, con due squadre come il Certosa e il Colleferro che si stanno giocando un posto per i Playoff, non si può attendere così tanto. Secondo me la decisione doveva essere tutt’altra. C’è qualcosa di anomalo nei tempi, se poi vediamo i precedenti di quest’anno come la gara con il Cerveteri, perché lì sì e qui no? In quel caso è stata fatta ripetere la partita, mentre in questo è stata fatta un’altra scelta”.

All’interno della decisione, circa la prima ammonizione si specifica la motivazione, mentre sulla seconda c’è la semplice dizione “comportamento antisportivo”. Che spiegazione si è dato su cosa possa essere accaduto?
“L’arbitro dichiara comportamento antisportivo, ma che cosa vuol dire? Se fosse stato mandato a quel paese, sarebbe stato rosso diretto, non doppio giallo. D’Arpino ha insultato un avversario? Rosso diretto anche in questo caso. Antisportivo può essere una trattenuta, una perdita di tempo o altre cose simili che non sono riscontrabili in quell’occasione, viste le immagini. Non riesco a capire che scelta sia stata fatta per dargli l’ammonizione”.

Ora si allunga il distacco tra voi e il Certosa: in questo momento il Colleferro è a otto punti dal secondo posto del Girone B. Con quattro giornate alla fine, si tratta di una distanza considerevole, per quanto non irrecuperabile. Nel caso in cui questi tre punti si rivelassero fondamentali, parlerebbe di campionato falsato?
“Per questo episodio non me la sento di parlare di campionato falsato. Non sono come la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba. Dico solo che una decisione del genere fa pensare. Mi metto nei panni del Città di Anagni, che ha perso una partita e dovrebbe essere più arrabbiato di noi. Poi, parlando dello scontro diretto con il Certosa, che loro hanno vinto sul campo, dopo dieci minuti dovevano essere in dieci per un doppio giallo che non è arrivato. Vedo gli episodi del Colleferro durante l’anno, come il rigore con il Sora o le partite con Ferentino e Itri: sono piccole situazioni che, se sommate, possono far pensare sia un campionato falsato, ma io non lo voglio pensare. Se avessimo fatto di più, saremmo stati in un’altra posizione. Questi eventi però fanno riflettere sul fatto che purtroppo qualcosina di sbagliato c’è stata.

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Ora com’è il clima all’interno dello spogliatoio? Cosa sta dicendo ai suoi calciatori?
“I miei ragazzi sanno che bisogna fare quattro partite importanti, poi se il Certosa arriverà secondo allora vorrà dire che sono stati più bravi. Sarebbe troppo riduttivo dire che sono stati aiutati, però alcuni episodi possono far pensare a tutt’altro. Abbiamo le prossime partite e dobbiamo fare del nostro meglio. Certo, la cosa strana è che noi ci siamo andati a giocare lo scontro diretto in casa loro senza sapere nulla di questa partita. Avevamo chiesto il benestare del Certosa, che ringrazio ancora, per spostare la gara al giovedì. La Federazione, invece, non voleva darci l’ok e poi per prendere una decisione sul ricorso è servito un mese, non riesco a trovare un senso logico. Posticiparla non andava bene, però per decidere sul ricorso è servito tantissimo tempo. Eppure, in tutte e due le situazioni ti giocavi il secondo posto. Potrei tirare in ballo tutta la situazione dei punti in base a chi avrebbe vinto o perso, ma non voglio pensare a queste cose. Io il calcio lo vivo in maniera diversa, vedo quello giocato. Non m’interessa quello che c’è dietro. Spero soltanto che i miei ragazzi lottino fino alla fine, cercando di vincere le prossime partite. Poi il 7 maggio vedremo”.

Nel comunicato c’è scritto…
“Quello che dice il comunicato è qualcosa di assurdo. Non puoi dire che è stato ammonito per comportamento antisportivo: se fosse stato così, la settimana successiva alla partita si sarebbe chiamato l’arbitro e omologato subito il risultato. Perché si è aspettato un mese?”.

Le immagini ci sono.
“Quel ragazzo non ha detto una parola o fatto un fallo. Non ha fatto nulla, è stato commesso un errore. Se poi l’arbitro dichiara di averlo ammonito perché lo ha mandato a qual paese, allora si sarebbe potuto decidere dopo sette giorni. Perché non è stato fatto subito? Era troppo semplice. Le immagini non le hanno viste, perché ci puoi mettere tempo per reperirle e guardarle bene, ma in questo caso è stato sentito l’arbitro che ha dichiarato di aver ammonito per comportamento antisportivo, che vuol dire tutto e niente. Se avessi saputo subito dell’esito del ricorso, magari mi sarei giocato lo scontro diretto con cinque punte. È una sciocchezza, ma serve a far capire che sarebbe potuto cambiare tutto, anche per il Certosa. Non riesco a capire perché ci abbiano messo così tanto, visto che l’unica fonte di giudizio è l’arbitro. Questa è la domanda. Non sono servite le immagini, stando al comunicato. Non sono io a pensare male, è la Federazione che ha fatto passare troppo tempo”.

 

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